N° 94
PROCESSO
1.
L’Howard A. Stark Memorial Hospital, nel
Lower East Side di Manhattan, è l’unico attrezzato con un‘ala adibita alla cura
di superumani sotto custodia delle forze dell’ordine. Al momento l’unico
paziente è un giovanotto tra i venti e i trent’anni di origini ispaniche. Sino
a non molto tempo fa si ignorava il suo nome, si sapeva solo che era capace di trasformarsi
in un uomo lupo, oggi, grazie alla collaborazione delle autorità messicane, si
sa che è Miguel Lobo, membro di una famiglia di mutanti licantropi che è a capo
di un potente cartello criminale che opera tra il Messico e gli Stati Uniti e
che sta cercando di espandersi anche a New York City.
Arrivato in ospedale
in fin di vita,[i]
Miguel ha avuto una ripresa a dir poco miracolosa, indubbiamente merito del suo
fisico superumano, ed appena risvegliatosi dal coma avrebbe aggredito
l’infermiera Linda Carter se non fosse stato trattenuto dalle cinghie di
contenzione.[ii]
Ormai sta abbastanza bene da poter essere trasferito nella sezione speciale del
carcere di Ryker’s Island destinata ai supercriminali in attesa di giudizio.
Codice Blu, la speciale unità SWAT della Polizia di New York che si occupa di
minacce superumane, è stata incaricata di gestire il trasferimento che avverrà
il mattino molto presto, ma ci sono ancora troppe ore prima dell’alba e domani
potrebbe essere già troppo tardi.
I poliziotti di guardia
alla stanza di Miguel odono dei rumori in fondo al corridoio poi la porta di
accesso si spalanca ed i loro peggiori timori si materializzano: due
licantropi, un uomo ed una donna, questo è evidente, corrono verso di loro.
Bisogna dare atto che
i poliziotti provano a reagire. Se avessero avuto a disposizione un congruo
numero di pallottole d’argento, forse avrebbero avuto più chance di riuscita ma
il Dipartimento di Polizia non ne aveva abbastanza e quelle poche che aveva le
ha date in dotazione solo a Codice Blu, qualcosa di cui il Commissario Stacy
porterà il peso quando ci saranno i funerali di quei bravi agenti.
Finito il breve scontro i due licantropi
entrano nella stanza del loro congiunto.
-Carlos, Esmeralda!- esclama Miguel in Spagnolo -Siete proprio voi?-
-Non
perdiamo tempo in chiacchiere, cugino.- ribatte Carlos mentre lo libera dai suoi legami e da una specie di
collare -Tutto bene ora?-
Miguel si trasforma in
un licantropo dal pelo rosso e risponde:
-Sicuramente sì. Adesso…-
-Adesso
pensiamo a filare: finora siamo stati fortunati ma la fortuna ha un limite ed
il tempo è nostro nemico.-
-Sei
sempre un guastafeste, fratellone.-
replica Esmeralda.
-Seguitemi!- ordina, perentorio, Carlos.
Insieme i tre
licantropi riescono a svellere le sbarre alla finestra ed uno dopo l’altro
balzano di sotto correndo rapidamente via.
Il mio nome è Matt Murdock e sono un avvocato ma
quando indosso questo costume rosso con una maschera che mi copre parte del
volto sono il supereroe chiamato Devil. Sono anche cieco ma il composto radioattivo che mi ha privato della
vista ha aumentato i miei restanti sensi e mi ha dotato di un senso radar che
mi rimanda i contorni delle cose e persone che mi circondano. Molto utile se si
vuol fare il supereroe.
Sto tornando verso
casa dopo un infruttuoso scontro con Frank Castle, il famigerato Punitore[iii] quando
sento le sirene della Polizia. Mi muovo rapidamente nella loro direzione e
raggiungo una delle auto saltando sul tettuccio. A bordo c’è una mia vecchia
conoscenza.
-Tenente Rucker, che sta succedendo?- chiedo sporgendomi verso il
finestrino.
-Possibile che voi buffoni non abbiate di meglio da fare che rompere
le scatole a noi “Migliori di New York”?- ribatte il capo di una delle squadre
di Detective specializzate nel Crimine Organizzato -In ogni caso, se ci tieni a
saperlo, i Fratelli Lobo hanno fatto evadere quel loro cugino, Miguel. Uno con
i tuoi talenti potrebbe esserci utile.
Rucker è nella
cerchia, troppo larga se lo chiedete a me, di quelli che conoscono la mia
doppia identità e probabilmente spera che i miei supersensi mi permettano di
trovare tracce dei Lobo. Purtroppo sono costretto a deluderlo: quando arriviamo
sul posto, ogni traccia utile per uno come me si è già confusa tra mille altre.
-Quei bastardi hanno ucciso dei bravi poliziotti.- dice, cupo, Rucker
-Non voglio dire alle loro famiglie che ci sono sfuggiti.-
-Li prenderemo, è una promessa.- affermo con una sicurezza forse
eccessiva.
Diario di
guerra del Punitore. Annotazione n. 1978. Il furgone da battaglia mi
aspettava col motore acceso. Balzai a bordo e dissi a Kymberly Taylor:
-Vai!-
-Hai incontrato guai, Frank?- mi chiese dando gas.
-Devil!- risposi.
-Ah, capisco.- Pensi che ci darà dei fastidi?-
-Sa che vogliamo liberare Michaels e Cole e tenterà di impedircelo,
questo è certo. È in gamba e tenterà certamente di immaginare le nostre mosse
ed anticiparle.-
-Non dirmi che intendi rinunciare.-
-Io non rinuncio mai.- ribattei deciso -Dovremo solo stare più
attenti.-
Rientrammo al rifugio e fu solo quando fummo
dentro la casa sicura che Kymberly disse:
-Scusami se è sembrato che dubitassi di te, Frank. Io ho piena fiducia
in te, lo sai.-
-Lo so.- le risposi semplicemente.
2.
Mi
chiamo Candace Nelson e sono una giornalista. Il mio mestiere dovrebbe riferire
le notizie non viverle, ma negli ultimi tempi mi capita spesso di essere sulla
linea del fuoco ed intendo in senso letterale, proprio come è accaduto solo
pochi istanti fa.[iv]
Sono
stata la prima a notare la scia di un mirino ottico ed ho istintivamente
gridato:
-Attenzione!-
Le cose sono avvenute troppo in
fretta perché riesca a ricordare esattamente l’ordine cronologico in cui si
sono svolte. Ricordo di aver visto il giovanotto con la cresta da moicano
saltare verso un ragazzo di colore per poi cadere a terra proprio ai piedi dell’investigatrice
privata Dakota North e dell’attore Bob Diamond. Ricordo anche di aver visto un
fiume di sangue allargarsi sulla sua schiena. La gente intorno ha urlato, ne
sono sicura, ma non Dakota North: lei è rimasta impassibile come se fosse
abituata a vedersi morire la gente davanti agli occhi e, ripensandoci, forse è
proprio così.
Bob Diamond si china verso
l’uomo a terra mentre il ragazzo di colore, comprensibilmente sotto shock,
esclama:
-Akihiro… cosa…?-
-Ha intercettato
un proiettile destinato a me, temo.- risponde Dakota North cupa.
-Non ne sono
affatto sicura.-
A parlare è stata una donna che
ha molti punti in comune con Dakota North: entrambe hanno capelli rossi ed
occhi verdi; entrambe sono donne d’azione. Una differenza evidente sta nel
fatto che Natasha Romanoff, meglio nota come la Vedova Nera, è visibilmente
incinta, quinto o sesto mese se non sbaglio.
-Che intende
dire, Miss Romanoff?- chiede Dakota.
-Chiamami pure
Natasha, dopotutto abbiamo rischiato la vita insieme qualche tempo fa.[v]
Ho seguito la traiettoria del puntatore laser. All’ultimo momento si è
spostato. Sono quasi certa che il vero bersaglio fosse lui…- indica il ragazzo
a terra su cui è ancora chino Bob Diamond -… oppure il suo amico. C’è per caso
qualcuno che vi vorrebbe morti?-
Prima
che l’interpellato possa rispondere, Diamond alza la testa e dice:
-È ancora vivo.-
La storia si fa sempre più
interessante.
Un furgoncino dai
vetri oscurati entra nel garage di un edificio del South Bronx e ne scendono
tre licantropi. Mentre l’autista parcheggia la vettura, i tre prendono un
ascensore e raggiungono un appartamento.
-Però…
ti tratti bene, cugino.- esclama
Miguel Lobo.
Carlos Lobo ritorna in
forma umana imitato dagli altri due, apparentemente tutti indifferenti al fatto
di essere nudi, e dopo aver aperto un armadio ne tira fuori dei vestiti che
getta al cugino.
-Questi ti saranno utili.- dice -Da oggi lavori con me.-
-Meglio che con Hood, almeno sono in famiglia.- ribatte Miguel -Che
piani hai?-
-Sto prendendo il controllo di tutte le bande di Latinos di El Barrio[vi]
e del Bronx. Chi non si sottomette muore -
-Me gusta, me gusta mucho.-
Carlos si ritrasforma
in uomo lupo e dice al cugino:
-Ora
riposati, io ho da fare altrove.-
Detto questo, apre una
finestra e balza fuori.
-Ma dove sta andando?- chiede Miguel.
-Mio fratello ha un’amichetta.- risponde, sogghignando, Esmeralda.
Quando entro nella stazione di polizia del Distretto di Midtown Nord nei
panni dell’avvocato Matt Murdock i miei supersensi sono assaliti da una
cacofonia di voci e odori, cosa abbastanza tipica per un distretto di polizia
dopotutto.
Mentre mi muovo battendo ritmicamente il mio bastone bianco sono in
molti a scostarsi per farmi passare. Ignorano, e mi va bene cosi, che sebbene
io sia cieco ho dei supersensi che suppliscono alla mancanza della visita. È
grazie a loro che sono anche il supereroe chiamato Devil.
Nel mezzo di tutti i suoni ed odori
riesco a distinguere la presenza di Candace Nelson, Dakota North, Robert
Diamond e soprattutto Natasha Romanoff che esce da una stanza aiutata dal
sempre solerte Ivan Petrovitch. Se la conosco bene, ed ormai dovrei, è irritata
dal fatto di non poter essere autonoma come un tempo. D’altra parte la sua
gravidanza è ormai ad uno stadio avanzato. Incidentalmente, sono io il padre
dei due gemelli che sta aspettando.
Dall’improvviso balzo del battito
del suo cuore capisco che mi ha visto ed infatti la sento venire verso di me.
-Matt…- dice
semplicemente
-Sono arrivato appena
ho potuto.- le spiego resistendo all’impulso di abbracciarla -Cos’è successo?-
-Hanno sparato a un
tizio al party degli Imperial Studios. Prima che tu me lo chieda, no: non ero
io il bersaglio. Sono sicura che il cecchino abbia colpito esattamente chi
voleva colpire.-
-Concordo con
Natasha. La mia esperienza suggerisce la stessa conclusione.-
A parlare è stato un uomo. Dalle
informazioni che mi danno i miei supersensi, direi che è alto ed ha un fisico
tonico e muscoloso.
-Matt, ti presento
Alphonso MacKenzie, Mack per gli amici. Ex agente della C.I.A. e dello
S.H.I.E.L.D. ed attualmente scrittore di successo. In questo momento ti sta
tendendo la mano dimenticando che tu non puoi vederla.-
-Ho fatto la figura
dello stupido, vero?- dice lui in tono dispiaciuto.
-Non si preoccupi,
ci sono abituato.- minimizzo con un sorriso -Ho sentito parlare di lei, Mr.
MacKenzie ma, per ovvie ragioni, non ho mai letto i suoi libri.-
-Mi informerò se ne
esistono edizioni in Braille e se ci sono, le farò avere una copia di tutti.-
Li potrei leggere tutti comunque
grazie al mio supersenso del tatto ma non lui ha bisogno di saperlo.
-A quanto pare è
destino che non riesca mai ad avere una serata tranquilla.- sospira Natasha.
La capisco molto bene.
3.
Diario di
guerra del Punitore. Annotazione n. 1980. Il luogo era un salone di auto usate a Brooklyn. Il proprietario, un
uomo corpulento dai capelli neri, stava lavorando sul motore di uno degli
ultimi arrivi quando entrai. Era troppo impegnato per notarmi, non che ci
sarebbe riuscito se non lo avessi voluto.
Arrivai alle sue spalle e dissi:
-Ciao Mickey.-
Al suono di quella voce Mickey Fondozzi si voltò
di scatto ed il suo cranio urtò il cofano sollevato dell’auto.
-Johnny… voglio dire: Frank!- esclama -Che ci fai qui? Ti credevo a
San Francisco.-
-Laggiù ho finito.- replico senza troppi fronzoli. Mi guardai intorno
ed aggiunsi:
-Vendi auto usate adesso?-.
Mickey deglutì e
rispose:
-Rigo diritto ora .-
Storsi lievemente le
labbra e ribattei:
-Ho bisogno che tu faccia qualcosa per me, Mickey.-
Mickey non poté che rispondere in un solo modo:
-Tutto quello che vuoi, Frank.-
Mi
chiamo Ben Urich e sono un reporter ma ormai dovreste saperlo. Mi trovo nella
frenetica redazione del Daily Bugle e sospiro pensando che anche stasera mia
moglie dovrà rassegnarsi a vedermi tornare tardi.
È appena arrivata la notizia che
Miguel Lobo è evaso dallo Stark Hospital con l’aiuto dei suoi cugini. Come se
non bastassero i rinnovati fratelli Lobo, ora abbiamo in giro un terzo
licantropo.
-Sono il solo a
prevedere grossi guai in arrivo?-
-Decisamente no.-
mi risponde il mio direttore Joseph “Robbie” Robertson -Del resto i Lobo sono
specialisti nel creare guai. Ricordi la loro ultima incursione in città?-
-E come potrei
dimenticarla? Ero anch’io nel loro mirino, per tacere della povera Glory Grant
che ha finito per uccidere il gemello di Carlos, Eduardo, un vero shock per
lei. Era veramente innamorata di quel bastardo.-
Mi
interrompo di colpo mentre mi rendo conto di una cosa: non ho visto Glory Grant
oggi e ripensandoci, sono tre giorni che non la vedo.
-Qualcuno sa che
fine ha fatto Glory?- chiedo.
Nessuno sa rispondermi.
Gloria Grant fissa il soffitto della sua camera mentre Carlos Lobo dorme nudo al suo fianco.
Com’è potuto succedere ancora? Si chiede l’attraente ex modella afroamericana ora segretaria dell’editore J. Jonah Jameson. Come ha potuto permettere a Carlos Lobo di prendere possesso della sua vita come aveva fatto suo fratello? Per quanto ci pensi non riesce a giustificare una cosa così irrazionale.
Stanotte era arrivato nella sua forma lupina sporco di sangue. Non aveva detto nulla e lei non aveva fatto domande. Carlos era tornato umano, aveva fatto la doccia poi era tornato in camera ed avevano fatto l’amore.
Glory sa che lui ha fatto qualcosa, che quasi certamente ha ucciso qualcuno e sa che dovrebbe chiamare la Polizia e denunciarlo ma sa anche che non lo farà e ritorna a guardare il soffitto.
4.
È il gran giorno dell’inizio di quello che i
media hanno chiamato il processo alle Punitrici.
La scelta dei giurati è stata abbastanza rapida.
Sia io che la mia collega Jeri Hogarth ne abbiamo contestati pochissimi ed il
Procuratore Distrettuale ha fatto altrettanto. Sembra che volessimo tutti
iniziare il processo il prima possibile perché in una settimana tutte le
schermaglie preliminari sono finite, un record.
Le notti precedenti l’inizio del processo le ho
passate perlopiù nei panni di Devil alla caccia dei Fratelli Lobo e del
Punitore ma senza successo. Una sorta di calma prima della tempesta che mi
preoccupa.
Ho anche il tempo di partecipare alla cerimonia
di Dottorato del mio vecchio amico Peter Parker, alias l’Uomo Ragno, proprio il
giorno prima dell’inizio del processo.[vii]
L’aula della Giudice
Sandra Franklin è decisamente gremita come raramente accade.
Al tavolo dell’Accusa
il Procuratore Bill Hao in persona, affiancato da una giovane Vice Procuratrice
di nome Kirsten McDuffie. Mi dicono che è carina e devo fidarmi di questo
giudizio. Dicono anche che è tosta e determinata e questo lo scoprirò presto.
Accanto a me Jeri Hogarth, fredda come il ghiaccio. Le nostre rispettive
clienti, il Sergente dei Marines Rachel Cole-Alves e l’ex poliziotta Lynn
Michaels, sono silenziose ed impassibili come se quello che sta accadendo non
le riguardasse affatto.
Bill Hao si alza per
tenere la Dichiarazione d’Apertura. È un avvocato brillante, il primo
cinoamericano a raggiungere il posto che occupa e se lo è ampiamente meritato.
Cammina tranquillo
verso i giurati. Nei suoi segni vitali quasi nessun segno di emozione poi
comincia a parlare:
-Signore e Signori della Giuria il compito che vi attende è l’essenza
stessa della Democrazia. Queste due donne che oggi processiamo hanno preteso di
prendere nelle loro mani la legge e decidere chi meritasse di vivere e chi di
morire. Si sono fatte giudice, giuria e boia. Il sistema che ci governa non è
perfetto ma è la sola cosa che ci separa dal caos. Uccidere è sbagliato, anche
se la vittima è un criminale. Io confido nel vostro senso di giustizia e sono
certo che una volta esaminate le prove non avrete dubbi nel condannare le due
imputate.-
Prende fiato e
ritorna al tavolo.
-La parola alla Difesa.- annuncia il Giudice.
Mi alzo in piedi e
dico:
-La Difesa del Sergente Rachel Cole-Alves rinvia la sua Dichiarazione
d’Apertura a quando verrà il suo turno di presentare il suo Caso.-
-Molto bene e lei Miss Hogarth?-
-Anche la Difesa di Lynn Michaels rinvia la propria Dichiarazione
d’Apertura, Vostro Onore.- risponde serafica Jeri Hogarth.
-Stabilito questo punto, possiamo procedere. Signor Procuratore
Distrettuale può far entrare il suo primo teste.-
Ora si comincia sul
serio.
Willie Lincoln era un poliziotto, uno dei migliori in servizio al Dipartimento di Polizia di New York e per questo finì nel mirino di un gangster a cui le sue indagini davano fastidio. Uccidere un poliziotto è sempre controproducente e così lo incastrarono con una falsa accusa di corruzione che lo costrinse a dimettersi. Le sue disgrazie non erano finite: si arruolò nell’Esercito e fu inviato in zona di guerra dove, nel tentativo di salvare i suoi compagni, fu investito dallo scoppio di una granata e per le ferite riportate perse la vista.
Cieco e demoralizzato ritornò a New York dove un’assistente sociale di nome Karen Page lo convinse a chiedere l’aiuto dell’Avvocato Matt Murdock per ristabilire la sua reputazione. Murdock dimostrò la sua innocenza ed incastrò i veri colpevoli. Insegnò anche a Willie che essere ciechi non significa essere incapaci o impotenti, una lezione che lui ha messo a frutto.[viii]
Oggi Willie Lincoln è l’investigatore capo dello studio legale Nelson & Murdock e chi lo ha sottovalutato perché cieco ha sempre finito con il pentirsene.
In questo momento, seduto sul sedile del passeggero di una Chrysler, si rivolge alla guidatrice, la sua collega Dakota North:
-Allora , quanto è grave la cosa?-
-Non capisco di cosa parli.- ribatte la rossa ex modella.
-Non prendermi per scemo. Non solo ti prendi un periodo di ferie, e mi piacerebbe tanto credere che il tuo intento fosse dedicarti ad acrobazie tra le lenzuola con il tuo amico Bob Diamond….-
-Willie!-
-Non fingere di scandalizzarti e fammi continuare. Dicevo che avrei anche potuto credere che volevi solo prenderti una vacanza ma poi, l’altra settimana, quando hanno sparato a quel tizio al Waldorf, hai detto che pensavi di essere tu il bersaglio del killer.-
-E tu come fai a…-
-Ho ancora parecchi amici nella Polizia e mi sono fatto un paio di domande: per esempio: perché pensavi che volessero ucciderti? Poi mi sono detto che doveva avere a che fare con il tentato omicidio tuo padre che a sua volta era collegato alle sue indagini sulle infiltrazioni del Consorzio Ombra nelle task force congiunte antiterrorismo e anti crimine organizzato. Come sto andando?-
-Come un treno. Sei davvero in gamba Willie.-
-Mi pagano per esserlo. Dunque, che altro hai da dirmi?-
-Non molto, solo che sospetto di un ex collega di mio padre: George Cooper. Gli ho fatto visita sperando di innervosirlo.-
-Insomma ti sei messa nella posizione di farti ammazzare, davvero un bel piano.-
-Avevo… ho degli angeli custodi.-
-Cioè Diamond ed i suoi amici, i Figli della Tigre, giusto? Ne ho sentito parlare come di gente in gamba. Speriamo che lo siano davvero perché non mi va di rischiare troppo la vita.-
-Tu non c’entri Willie.-
-Sbagli: sei un’amica e ti darò una mano che tu lo voglia o no. Ne riparleremo dopo, ora dobbiamo pensare al lavoro.-
Sto
per prendere un caffè al distributore della Redazione quando il mio cellulare
squilla. Numero privato. Decido comunque di rispondere e sento una voce di
donna:
<<Buonasera
Miss Nelson. Sono Bumper Ruggs, si ricorda di me?>>
-Perfettamente.-
rispondo cercando di non far trapelare l’ansia
Bumper Ruggs dirige il più
grosso network di escort d’alto bordo della città. Su richiesta del mio amico
Robert Hao mi ha tirato fuori da un brutto guaio in cui mi ero cacciata con un
pezzo grosso delle triadi cinesi, ovviamente ad un prezzo.[ix]
<<Ricorda
anche cosa le dissi allora? Un giorno le chiederò un favore e lei me lo farà.>>
-Ricordo anche questo.-
<<Il momento è arrivato.>>
Sospiro e rispondo:
-Mi dica cosa vuole che faccia.-
5.
Secondo giorno del processo. Raggiungo il tavolo
della Difesa assieme a Bernadette Rosenthal. Jeri Hogarth è già lì e mi saluta
con finta cortesia, poco dopo arrivano le imputate, mute ed impassibili come il
giorno precedente.
-Buongiorno, Sergente.- saluto la mia assistita -Oggi mi affiancherà
l’Avvocatessa Bernadette Rosenthal. Non credo vi conosciate.-
-Sono felice di conoscerla, Sergente.- dice Bernie ma Rachel
Cole-Alves rimane muta.
Alle mie spalle sento la presenza di Ben Urich
e Candace Nelson nella tribuna dei giornalisti. Non c’è Peter e non mi
aspettavo che ci fosse, la cronaca giudiziaria non è il suo campo dopotutto e
poi dovrà rimettersi dai postumi dei festeggiamenti.[x]
Tra il pubblico sento
perfino la presenza di Natasha assieme a Ivan. Non è solo per vedermi all’opera
che è venuta. La vista di una donna incinta suscita simpatia e questa simpatia
può trasmettersi al padre dei gemelli che aspetta, che sarei io, e magari
perfino alla sua assistita anche se non ci conterei troppo.
Tutti i miei supersensi sono all’erta per
cogliere l’eventuale presenza del Punitore nel caso avesse deciso di assistere
alle udienze travestito. È ormai passata una settimana dal nostro ultimo
scontro e non si è fatto più vivo. Che abbia rinunciato all’idea di liberare le
sue emule? Difficile da credere.
-Avvocato Murdock, ha domande per il teste?-
La voce del Giudice
mi strappa alle mie riflessioni. Mi alzo in piedi e replico:
-Certamente Vostro Onore,-
Mi avvicino al banco
dei testimoni con studiata lentezza mentre il mio bastone picchietta
ritmicamente sul pavimento poi mi appoggio al banco con disinvoltura.
Le precedenti
testimonianze sono state di routine ma questo teste, il Detective di Primo
Grado Peter Suschitziky della C.S.U.[xi] può
dare la spinta che serve alla mia linea di difesa.
-Detective Suschitziky… se ho
ben capito, lei ha esaminato le armi che erano in possesso della mia
assistita.- comincio.
-Beh certo, è il mio lavoro.-
risponde lui.
-Sempre se ho capito bene, non
ha trovato riscontri che quelle armi siano state usate per uccidere qualcuno
nella Contea di New York.-
-Beh, se la mette così , no,
però…-
-Però il suo fucile di
precisione è stato usato contro qualcuno, è questo che sta cercando di dire?-
-Era compatibile con un
proiettile ritrovato sulla scena di un crimine.-
-Quale crimine?-
-L’attacco ad un ristorante di
Chinatown da parte di… di… una licantropa.-[xii]
-Una licantropa? Interessante.
E questa… licantropa era armata o era spalleggiata da qualcuno che aveva quel
fucile?-
-Beh, in realtà…-
-In realtà?-
-Pensiamo… è molto probabile
che il cecchino abbia sparato alla licantropa.-
Che è esattamente ciò che è accaduto. Ero lì nelle vesti
di Devil ed ho impedito al proiettile sparato da Rachel Cole-Alves di colpire
Esmeralda Lobo. In quel momento non sapevo ancora che non le avrebbe fatto
niente.
-Quindi mi sta dicendo che se
il cecchino era la mia assistita, avrebbe sparato alla licantropa difendendo i
bersagli della sua furia omicida?- incalzo -È questo che sta dicendo a me ed
alla Corte, Detective Suschitziky?-
Alle mie spalle qualcuno scatta in piedi e dal banco
dell’Accusa una voce femminile grida:
-Obiezione, obiezione! Domanda
tendenziosa e suggestiva.-
Ma ha ottenuto il suo scopo.
E
bravo Matt: quale che sia l’esito dell’obiezione del Vice Procuratore Kirsten
McDuffie, quel che la Giuria ricorderà è che la Sergente Cole è intervenuta a
difesa di innocenti. Beh, non tutti lo erano, devo ammetterlo: i bersagli di
Esmeralda Lobo erano due capi rispettivamente della Yakuza[xiii]
e delle Triadi[xiv]
assieme ad un po’ di loro scagnozzi. C’eravamo anche io e Candace Nelson, però,
assieme a parecchi clienti davvero innocenti e non ci sarebbe piaciuto farci
squartare da quella psicopatica.
-Matt ha segnato un punto.- mi sussurra Candace.
-È solo l’inizio.- ribatto.
Un tempo neanche troppo lontano si diceva
che per gli Americani di origine irlandese c’erano solo tre alternative nella
vita: fare il prete, il poliziotto oppure il gangster. Ce n’era anche una
quarta, a dire il vero: il pugile. Io sono stato un pugile ed ora sono un
prete. Il mio nome è Sean Patrick Gawaine ma sul ring mi facevo chiamare Kid.
Rimpiango quei tempi? Onestamente, qualche volta sì ed è per questo, forse, che
mi sto recando alla vecchia palestra Fogwell che sto cercando di usare come
punto di aggregazione sociale specialmente per togliere dalla strada gli
sbandati.
Il quartiere sta cambiando. Un tempo noi
irlandesi eravamo la maggioranza qui a Hell’s Kitchen. Ma negli ultimi tempi
sono arrivati nuovi immigrati e molte altre cose sono cambiate, spesso in
meglio ma a volte in peggio.
Il sole al
tramonto colora il cielo di rosso mentre ormai sono vicino alla palestra. C’è
una Cadillac parcheggiata poco distante dall’ingresso. Le dedico uno sguardo
distratto. Mi sembra un vecchio modello.
Passo oltre e subito dopo odo un boato
alle mie spalle e l’onda d’urto mi sbatte a terra. Mi rialzo a fatica. Per
fortuna non ho nulla di rotto. Non mi ci vuole molto a capire cos’è successo:
l’auto che avevo notato è esplosa. Non è stato un incidente ma un atto
deliberato, un attentato, ma compiuto da chi e perché?
Provo un brivido lungo la schiena. Ho la
sensazione che questo sia solo l’inizio di qualcosa di molto brutto.
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Cosa dire di questa
storia? Andiamo con ordine:
1) Le
indagini per il ferimento di Akihiro alias Daken proseguono su Marvel Knights
#97
2) Kirsten
McDuffie è un personaggio creato da Mark Waid & Paolo Rivera su Daredevil
Vol. 3° #1 datato settembre 2011.
3) Mickey
Fondozzi è, invece, stato creato da Chuck Dixon & John Romita Jr. su
Punisher War Journal Vol. 1° # datato marzo 1992.
Nel
prossimo episodio: continua il processo mentre tornano vecchi amici e nuovi
pericoli si affacciano all’orizzonte.
Carlo
[i] Dopo gli eventi di Occhio di Falco #25.
[ii] Nell’episodio #92.
[iii] Sempre nell’ultimo episodio.
[iv] Ovvero nell’ultimo episodio per noi comuni mortali. -_^
[v] Su Lethal Honey #15
[vi] Il quartiere. Così chiamano Spanish Harlem i residenti latinoamericani.
[vii] Sul nostro Uomo Ragno #99.
[viii] Sin da Daredevil Vol. 1° #47 (prima edizione italiana Devil, Corno, #44).
[ix] Due episodi fa.
[x] Matt non sa quanto ma i lettori dell’Uomo Ragno MIT sì. -_^
[xi] Crime Scene Unit.
[xii] Nell’episodio #89.
[xiii] Il Crimine Organizzato giapponese.
[xiv] Il Crimine Organizzato cinese.